Febbraio
Erano circa le 5 di una domenica mattina di febbraio. Solo un paio d’ore prima mi ero trascinata nel letto ancora vestita e con quel che rimaneva del trucco della serata dopo aver tentato inutilmente di vomitare. Ero scivolata in fretta in un sonno pesante, indigesto e agitato. Ci avevo messo quindi un bel po’ a rendermi conto che il cellulare, appoggiato sul comodino accanto al pacchetto di sigarette Lucky Strike e a una piantina quasi del tutto ingiallita, stava suonando. Il display indicava Marco. Avevo sobbalzato mentre un conato mi scuoteva il corpo esile.
-Pronto.
-Porno, di Irvine Welsh- aveva esordito lui strascicando un po’ le parole, evidentemente ubriaco.
-Che cazzo dici? di cosa parli?- avevo risposto ridendo, ormai sveglissima e ostentando noncuranza, pentendomi subito di quella risata tra l’incredulo e lo sguaiato.
-Prima mi hai chiesto che libro sto leggendo. Si chiama Porno, ed è una figata.
Non ricordavo assolutamente di avergli fatto quella domanda, quello che sì ricordavo era di averlo importunato tutta la sera cercando pateticamente di attirare la sua attenzione. Ero rimasta in silenzio, non sapevo cosa dire.
-Sono fuori da casa tua- aveva continuato lui. -Ti ho portato il libro. Vorrei che lo leggessi, così avrò una scusa plausibile per rivederti.
Ero scivolata fuori dal letto nei miei vestiti che puzzavano di fumo provando una sensazione di importanza che mi aveva fatto girare la testa. Lui era lì per me.
Avrei capito solo qualche settimana più tardi che Marco era così; appariva nelle circostanze più inaspettate ed era capace di gesti di una tenerezza disarmante, salvo poi sparire di nuovo per lunghi periodi, lasciandoti a chiederti cosa avevi fatto di sbagliato. E’ con lui che ho iniziato a realizzare che l’amore ti fa fiorire e poi appassire anche se è estate.