2014: l’anno del non fare
Gli articoli o le dichiarazioni di buoni propositi che ci vengono propinate in ogni salsa e variante all’inizio dell’anno sono generalmente insopportabili, innecessarie e inattendibili. Partendo da questo presupposto, quello che mi interessa approfondire – con un po’ di ritardo, ma per me gennaio è sempre una specie di limbo che conduce tra fortune alterne verso quello che potrebbe essere un nuovo ciclo – è ciò che NON voglio fare nel 2014. Lo so che non ve ne frega una cippa, ma lo voglio scrivere comunque per poterlo leggere tutte le volte che avrò la tentazione di sfoderare una buona intenzione per i mesi a venire. Le buone intenzioni sono la rovina della sicurezza in se stessi (attenzione: quelli che seguono sono ovviamente buoni propositi, il che mi rende regina dell’ipocrisia, ma il fatto di scriverli al negativo mi da l’impressione di non essere troppo pedante). Cominciamo, allora.
1. Non voglio andare in palestra, invenzione inutile dei nostri tempi. Voglio che la città sia la mia palestra, voglio camminare e correre non rinchiusa tra 4 pareti che puzzano di sudore e di testosterone stantio.
2. Non voglio giudicare male Renzi prima di vedere quello che farà come Presidente del Consiglio. (Difficile, difficilissimo).
3. Non voglio più leggere solo i commenti dei lettori invece che i testi degli articoli di blog e quotidiani online; nonostante siano di solito spassosi, poi mi ritrovo senza la visione d’insieme.
4. Non voglio più fare la ceretta brasiliana. In Wolf of Wall Street il finanziere Jordan Belfort/Leo Di Caprio, sempre circondato da fighe pazzesche, dice spavaldo al padre basito che nei favolosi anni ’80 le donne si erano finalmente liberate del “bush” in favore di una vagina liscia e glabra. A me un po’ di bush piace, non mi interessa nulla di cosa preferiscono gli uomini.
5. Non voglio più lasciare a metà un libro. Ne ho 5 sul comodino, e quando deciderò di riprendere da dove avevo lasciato il primo, sarà ormai ora di rileggerlo da capo perchè avrò dimenticato tutto. Tanto tempo sprecato e un insulto a tutte quelle storie di cui non saprò mai il finale.
6. Non voglio più raccontare i miei sogni. Spesso, potrebbero rivelare cose di me che sarebbe meglio restassero private, o magari direttamente non vogliono dire nulla e mi risparmierei psicanalizzazioni a casaccio.
7. Non voglio più farmi un sacco di paranoie se una sera mi viene voglia di andare al cinema da sola e non c’è nessuno che mi accompagna a vedere, per esempio, l’ultimo capolavoro di Von Trier. Al cinema è inutile andarci in due, tanto lo scopo non è parlare e nemmeno, come si faceva a 15 anni, cercare un po’ di intimità. Tra l’altro pensavo a quanto sarebbe bello se in sala ci fosse un barista piccolo e benvestito che ogni tanto passasse con una bottiglia di vino rosso aperta a riempire un bicchiere che ogni spettatore avrebbe discretamente e tempestivamente estratto dalla propria borsa.
8. Non voglio più preoccuparmi del fatto che il mio capo mi guardi come fossi una cerebrolesa vedendo che per l’ennesima volta cerco il modo per applicare una semplicissima formula di Excel e poi esasperata finisco per fare somme e divisioni con una gigantesca, preistorica calcolatrice.
9. Non voglio più avere aspettative sulle persone. Ricalco su di loro i miei schemi mentali e immagino che reagiscano come reagirei io, ma alla fine questo non succede mai. E io ci resto puntualmente male. (Comunque, questo punto non mi convince al 100%: se smettiamo di aspettarci qualsiasi cosa dalle persone, se troviamo sempre un’alibi per ogni comportamento, se tutti siamo troppo liberi indipendenti e avversi al giudizio, le relazioni restano inevitabilmente superficiali).
10. Non voglio più bere vodka lemon il pomeriggio.
11. Non voglio più vergognarmi di ballare la musica che mi piace anche se sono fuori tempo e anche se a 31 anni mi sento spesso una deficiente.
12. Non voglio più dormire con una persona che russa. Se succede, sono legittimata a picchiare il/la malcapitato/a.
13. Non voglio più pensare che mi piacerebbe rifarmi il seno. Basta, ormai mi tengo quello che ho.
14. Non voglio più usare il dentifricio con il fluoro. Io non lo so se fa male o no, ma nel dubbio preferisco non rischiare.
15. Non voglio più evitare di parlare con qualcuno solo perchè è più semplice che affrontarlo; la cosa più odiosa che una persona possa fare è evitare di dare spiegazioni.
16. Non voglio più cercare la felicità solo nel cambiamento, o nel pensiero di esso. L’eccitazione non è felicità, anche se fa andare su di giri.
17. Non voglio più addormentarmi con il computer acceso mentre va una serie qualisiasi perchè non sono più capace di scivolare nel sonno da sola.
18. Non voglio programmare viaggi, voglio farli.
19. Non voglio stressarmi se un sabato sera non mi va di uscire e preferisco cenare sul divano e guardarmi un film.
20. Non voglio mangiare crocchette o patatas bravas più di una volta alla settimana.
Beh interverró attivamente x farti fallire nella 20. Sapevilo.
Bellissimo & geniale !